La televisione spiegata al popolo
Achille Campanile è stato critico televisivo dell'"Europeo" dal 9 febbraio 1958 al 17 novembre 1975. Le sue cronache settimanali si offrono oggi come una fonte per gettare uno sguardo sui programmi che hanno fondato la televisione italiana, per cogliere il senso della messinscena che la civiltà di quegli anni involontariamente apprestava. Campanile fu tra i primissimi collaboratori dell'"Europeo" e si improvvisò critico televisivo quando ancora non si sapeva che cosa fosse la televisione, quale poteva essere la sua incidenza sui costumi degli italiani. Campanile si è trovato insomma a doversi 'inventare' un mestiere, e in questo mestiere ha messo tutta la sua capacità di cogliere vizi segreti, tic e distorsioni di un popolo che si stava ormai avviando verso la teledipendenza. Fedele al concetto di una televisione come strumento di immediatezza, scarsamente attratto dai molti discorsi che in quegli anni si andavano facendo sullo 'specifico televisivo', Campanile si propone ancora oggi a distanza, come uno dei rari critici inventivi, che fanno letteratura di ogni occasione: anche in casi atipici come questo. Sorretto da un'acutezza di osservazione e da uno humour eccezionali, da un'autonomia di giudizio invidiabile, da uno stile graffiante, da un senso innato dell'ironia, Campanile ci offre insomma una serie di flash memorabili.
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