Jenin. Un campo palestinese
Da un paesaggio di macerie senza più nome, dalle rovine di un Medioriente bruciato dalla guerra e dal sole, si leva in questo libro il grido di Jenin, il campo profughi palestinese teatro di un massacro senza precedenti, qui incarnato da una donna, dello stesso nome, disperata e sole, che vaga fra resti e ricordi coperti di polvere, cercando qualcosa che sia sopravvissuto al conflitto. E alla sua voce si aggiungono quelle delle vittime innocenti cadute nelle strade, nelle piazze della città, il pianto di un cammello che non solca più un deserto ormai cenere e sangue, i ricordi di un poeta senza più destino nè terra, per formare un'elegia di rabbia e dolore, una denuncia dell'assurdità di qualsiasi guerra.