Diario arabo. Tra il serio della guerra e il sacro del Corano
"Con questo Diario 'Igor d'Arabia' ci ha dato un libro ecumenico, da leggere e rileggere. (Carlo Rossella, "Panorama"). "Un bel libro, indispensabile per chi si occupa del mondo arabo così com'è oggi: un libro anche di gradevole e agghiacciante lettura". (Giovanni Artieri, "Il Tempo"). "Man è un inviato della vecchia scuola, quelli che conoscono perfettamente la lingua del mondo di cui parlano. Non semplicemente l'arabo e l'inglese ma il codice culturale di cui arabi e americani si servono per comunicare con se stessi e con il mondo". (Sergio Romano "La Stampa"). "Igor Man si fa perdonare qualsiasi eventuale parzialità per l'appassionata lucidità con cui affronta i problemi mediorientali. Ce ne rammenta i dati. Ce ne fa capire i termini. Ma sì, è parziale. Ama in modo sviscerato la pace. Ne deve aver viste tante, troppe, di guerre da quelle parti". (Beniamino Placido, "la Repubblica"). "In questo intenso e dolente "Diario arabo", Man sa essere un severissimo cronista ma anche un sontuoso narratore". (Giuseppe Tedeschi, "Il Popolo"). "La novità di grande interesse nel libro è la 'lettura' del Corano, oggi di nuovo punto di riferimento per milioni di arabi e mussulmani, delusi, disperati". (Saad Kiwan, "il manifesto"). "Un felice strumento di dialogo tra due mondi, tra due culture". (Angelo Scelzo, "L'Osservatore romano").
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