Aria della sera e altri racconti (L')
Narratore, poeti, saggista, in vita Silvio D'Arzo (Reggio Emilia 1920-1952) pubblicò poco: morì prematuramente qualche mese prima che uscisse "Casa d'altri", il racconto lungo che piacque a Montale. Ma furono molti gli autori contemporanei che amarono la scrittura antinaturalistica di questo grande prosatore emiliano: Bilenchi, Bertolucci, per esempio, e, più di recente, Pier Vittorio Tondelli. Ordinati cronologicamente, i racconti che costituiscono questa antologia (tra gli altri, "Piccolo mondo degli umili", un testo dell'esordio, "Una storia così" e "Fine di Mirco", degli anni quaranta, i bellissimi "Casa d'altri", "Elegia alla signora Nodier", "Due vecchi" e "Pinguino senza frac") ripercorrono le diverse fasi di un lavoro letterario che continua a imporsi come "enigma irrisolvibile". E' infatti impossibile fissare in una definizione il fascino dell'opera darziana: quel suo ambiguo procedere tra smorta quotidianità e angoscia visionaria, quel suo "oscillare tra l'Arcadia e la Cronaca, senza mai sposare né l'una né l'altra", rappresenta una scelta geniale ma solitaria, un modo originale e molto attuale per affrontare - risolvendo - uno dei problemi fondamentali della nostra letteratura: "raccontare, senza impoverirla e senza impoverirsi, la nostra società." (Silvio Perrella)
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