Ludwig II

Ludwig II

In pieno XIX secolo, Ludwig (o, se si preferisce, Luigi II di Baviera) avrebbe voluto essere Parsifal o Luigi XIV; il costituzionalismo e la democrazia non avevano senso per lui; aborriva la Prussia e il suo militarismo, e dopo la proclamazione del Reich, che segnò la fine della sovranità bavarese, rinunciò anche a lottare con i suoi ministri e con l'onnipotente burocrazia. Si ritirò nei suoi castelli in stile romanico, gotico e rococò, nei suoi rifugi alpini arredati come scenari wagneriani o come padiglioni moreschi: sogni divenuti concreta realtà anche grazie ai cospicui sussidi di Bismarck (la grotta di Linderhof era illuminata dalla prima centrale elettrica della Baviera). Forse era pazzo, Ludwig: certamente era scomodo, e non per nulla la tradizione popolare attribuisce la sua misteriosa morte nel lago 'ad assassini senza nome'. Non è facile accostarsi a un simile personaggio, segnato fin dalla nascita da un'assoluta eccezionalità, sempre in bilico fra kitsch e tragedia, fra sogno e realtà, fra sincerità e finzione; una figura che può affascinare e respingere allo stesso tempo.
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