Com'è finita
E' la prima volta che Jay McInerney, stilista di romanzi dall'architettura impeccabile, consegna alle stampe una raccolta di racconti. In queste dieci brevi storie, inedite o pubblicate sulle più importanti riviste americane, il lettore troverà, accanto al familiare mondo dell'autore, affollato di droghe, yuppies, celebrità e battute affilate come rasoi, un'umanità sorprendentemente varia. Che si tratti di medici tossicomani, di travestiti portoricani che incontrano casualmente il proprio genitore, di fumatori incalliti, di coppie in crisi, di uomini abbandonati dall'amante, di scrittori vendicativi, di portaborse, di rockstar di provincia, i protagonisti dei racconti hanno tutti in comune una costante. Irrequieti e in lotta, insoddisfatti e involontariamente comici, sono "giovani ingannati da false ambizioni e da sbagliate speranze", come scrive Fernanda Pivano nell'introduzione. Su di essi si esercita la brillante penna dell'autore di "Le mille luci di New York", che, ora toccante, ora ferocemente sarcastico, si conferma, dopo "Nudi sull'erba", un maestro anche del racconto breve.
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