Mi chiamano B. B.

Mi chiamano B. B.

Non sono due iniziali come tutte le altre. Sono il simbolo di un momento magico, di un'epoca d'oro, di una stagione irripetibile. Sono sinonimo di bellezza, di divismo, di esuberanza, di sfrontatezza, di voglia di libertà. Significano gambe vertiginose, innocenza e malizia, minigonne e sorrisi ingenui. E ancora: quaranta film, centinaia di copertine, migliaia di pagine di rotocalchi, milioni di fotografie, Costa Azzurra e trasgressione, champagne e peccato, jet-set, registi di fama mondiale e playboy irresistibili. Due iniziali per una sola donna. Una donna che ha superato se stessa, la sua storia personale, la sua carriera di attrice, ed è entrata nel mito. In queste pagine tanto attese, che hanno il sapore dell'evento, come in un diario sincero e senza veli, per la prima volta Brigitte Bardot si racconta. Racconta la sua vita, e i suoi grandi amori, i suoi errori, le sue passioni. E lo fa senza nascondere e senza dimenticare nulla. Con le qualità che la hanno sempre caratterizzata: l'entusiasmo, la sfrontezza, la voglia di trasgredire e la gioia di vivere.
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