L'albero

"L'Albero" è una rivista salentina che ebbe una lunga vita dal 1949 al 1988, ma si segnalò veramente per qualcosa di nuovo nella cultura nazionale degli anni 1949-54, i cinque anni di cui questo volume vuole offrire una selettiva, un po' sofferta scelta.A Lucugnano, in provincia di Lecce, il barone Girolamo Comi aveva creato il 3 gennaio 1948 nel suo bel palazzo neoclassico una Accademia, istituzione aperta e ospitale, che fu subito un richiamo per intellettuali in tutta Italia: Anceschi, Assunto, Betocchi, Bigongiari, Caproni, Corti, Fallacara, Falqui, Gatto, Luzi, Macrì, Manzini, Marti, Parronchi, Prati, Ulivi, Valeri, Vigolo ed altri. A Comi si deve il geniale tentativo di creare nella sua signorile sede, dove aveva trasferito la ricca biblioteca personale francese e si poteva allora leggere l'opera intera di Valéry e di Claudel, un vero centro apertissimo alla cultura. Si parla spesso di un Comi cattolico alla Onofri, ma chi lo avvicinò per anni sa che nessuna definizione gli si confaceva; era un uomo sorprendentemente aperto, donde il gran numero di amici laici, in particolare un uomo profondamente utopista."L'Albero" non può dare che una pallida idea dei dibattiti culturali, delle discussioni letterarie o religiose e anche dei programmi di lavoro che nascevano nelle grandi sale del palazzo comiano. Ma il volume che qui si offre, pur concepito coi suoi tagli per ragioni di spazio, può competere con la memoria storica e offrire un involucro sensibile della vivacità intellettuale e delle acrobazie di una cultura attiva negli anni Cinquanta.