Heterocosmica
Quest'opera di Lubomìr Dolezel è l'esito felice e geniale di anni di ricerca su qualcosa che va al di là della "grammatica narrativa" e giunge a una teoria dell'invenzione, dove viene messo in luce il racconto, il testo narrativo non come storia, ma come 'fiction', come costruzione inventiva della mente di un artista. Con i sussidi della più recente logica formale e superandone alcuni esiti, Dolezel guida a sostituire il modello creato sul nostro mondo, che i logici chiamano "attualizzato", un modello a più mondi, non ancora attualizzati e perciò definiti possibili. I 'mondi possibili' sono entità per ora inesistenti, ma che divengono oggetto dell'invenzione, possibili prodotti della 'fiction', detti mondi "finzionali". Ci si imbatte in essi in ogni momento della storia, perché l'esistenza umana è per l'appunto un campo di possibilità, di possibili costruzioni future. Il vocabolo 'Heterocosmica' del titolo risale alle 'Meditationes de nonnulis ad poema pertinentibus' di Baumgarten, edite da Croce nel 1936, dove si legge che i fantasmi dell'invenzione producono rappresentazioni possibili nel mondo reale oppure 'heterocosmica', cioè possibili in un universo fantastico. L'autore illustra l'uso che nei mondi possibili si fa della logica del reale, di logiche libere e persino di logiche contrastive o contraddittorie. L'esemplificazione ha luogo su grandi capolavori narrativi europei e americani. Un elogio particolare va alla precisa traduzione di Margherita Botto, docente universitaria di competenza specifica e letterata finissima.
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