Rassegna delle principali questioni della morale. Testo inglese a fonte
Richard Price (1723-1791) è una delle figure più rilevanti e ingiustamente trascurate nella storia dell'etica moderna. La "Review of the Principal Questions in Morals", edita originariamente nel 1758 e qui per la prima volta tradotta in italiano, costituisce uno dei più importanti trattati di etica del 1700. Polemizzando con l'egoismo, il volontarismo e soprattutto con il sentimentalismo di Hutcheson e Hume, Price sostiene che le proprietà morali sono irriducibili a proprietà naturali e sono oggetto di una percezione immediata dell'intelletto, senza che si debba ricorrere a un peculiare senso morale. L'etica empirista del 'moral sense', infatti, conduce ai medesimi esiti relativistici cui portano l'egoismo e il volontarismo, e non consente di giustificare il valore assoluto della conoscenza morale. Sul piano normativo, Price polemizza con la tendenziale riduzione, operata da proto-utilitaristi come Hutcheson e Hume, di ogni virtù alla beneficenza, difendendo l'esistenza di una pluralità di princìpi morali, il cui valore non dipende unicamente dalle loro conseguenze positive. Ciò che conta è comunque la virtù pratica, ossia che l'agente agisca in base a ciò che gli appare giusto nelle circostanze; il che può essere diverso da quanto richiederebbe la virtù astratta, ossia ciò che è in sé assolutamente giusto, indipendentemente da ogni opinione soggettiva. L'etica di Price è perciò fortemente incentrata sul primato della coscienza, o del principio di riflessione, secondo quanto aveva già sostenuto Butler. L'edizione è a cura di Massimo Reichlin, professore associato presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, e studioso di questioni morali sia in prospettiva contemporanea sia nella storia del pensiero filosofico.
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