Scritti su Dante

Scritti su Dante

L'attenzione che Eliot dedica a Dante risale al 1906, stimolata dalla tradizione del dantismo americano dell'Università di Harvard, e si trasforma in diretta suggestione poetica già dalla sua prima prova ("Love Song of J.Alfred Prufrock"), fino al "rifacimento", per coerenza strutturale e densità espressiva, della "Commedia" nel poemetto "The Waste Land" (1922). A questo debito "progressivamente cumulativo" Eliot riserva i tre scritti qui riuniti per la prima volta che, muovendo dall'esercizio critico di un dantista 'sui generis', diventano una messa a punto della poetica personale, uno strumento creativo. Nel primo saggio del 1920 Eliot riflette sul nesso, possibile e realizzato da Dante, fra il linguaggio della poesia e il linguaggio della contemplazione filosofica, e si sofferma sui diversi modi di intendere i procedimenti allegorici e sulla "metafisica" che ogni allegoria comprende; approfondimenti legati alla formulazione del concetto di "correlativo oggettivo". Il secondo saggio, datato 1929, pone l'accento sul fatto che il poema dantesco, nato in un'epoca di unità culturale europea, si presenta come grande metafora di formidabile coerenza, dove non si possono separare gli elementi poetici da quelli sapienzali. Nel terzo scritto, un discorso pronunciato nel 1950, Eliot esamina l'influenza che la lettura di Dante ha esercitato sulla sua opera. Questo libro, utile per comprendere sia l'Eliot critico, sia l'Eliot poeta, nonché Dante stesso, è corredato di una "Prefazione" di Roberto Sanesi e di una "Postfazione" di Giovanni Vidali.
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