Scienza e società oggi. La tentazione della paura
"La libertà è figlia primogenita della scienza": il motto di Thomas Jefferson suona più che mai attuale nel mondo d'oggi, in cui la scienza influisce su ogni aspetto della vita umana, generando in misura eguale speranze e timori. In una società democratica, dove la ricerca scientifica è finanziata non soltanto dalle imposte ma anche, in modo crescente, dall'industria e dalla generosità dei privati, la libertà del cittadino implica una corretta informazione su ciò che si fa nei laboratori, e la libertà del ricercatore non può andare disgiunta dalla responsabilità e dalla trasparenza del suo lavoro. In questo libro, un grande italiano d'America, il Premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco, mette al servizio dei lettori la sua esperienza di scienziato e la sua sensibilità di cittadino per affrontare con serenità i nodi cruciali del rapporto tra scienza e società. Perché la gente ha paura della scienza? Come lavorano gli scienziati? Che cos'è l'ingegneria genetica? Gli alimenti transgenici sono pericolosi per la salute e l'ambiente? Si può, si deve donare l'uomo? A che servono le cellule staminali? Per ognuna di queste domande, Dulbecco fornisce risposte chiare ed equilibrate, mettendoci in guardia allo stesso modo dalle superstizioni antiscientifiche sempre più diffuse e dall'arrogante autosufficienza di certi accademici che le alimenta. Per evitare che, sulla spinta di ondate emotive irrazionali, il potere politico metta il bavaglio alla ricerca - avverte il Premio Nobel - occorre che i ricercatori rispettino le frontiere dell'etica e non si rendano complici di meri interessi commerciali. Sulla questione degli Ogm, per esempio, se sono innegabili i vantaggi del 'riso d'oro' (arricchito di vitamina A) per combattere la denutrizione e le malattie dei bambini nei paesi poveri, meno convincenti sono altri brevetti, che giovano soltanto ai produttori o agli agricoltori del mondo sviluppato. Gli scienziati non devono negare od occultare i rischi connessi alle loro ricerche, e i cittadini devono capire che nessuna attività umana è a 'rischio zero': solo a queste condizioni libertà e scienza continueranno a rappresentare i due pilastri inseparabili della democrazia. Partendo dal presupposto socratico (e popperiano), fatto proprio da Dulbecco, che il vero sapiente è colui che 'sa di non sapere' e che il cammino della conoscenza procede per tentativi ed errori, senza pretendere mai di avere raggiunto la verità assoluta. (Riccardo Chiaberge) Con due saggi introduttivi, uno di Fabio Minazzi, "La verità di oggi è il cammino verso il vero di domani. Scienza, architettura e filosofia", uno di Renato Dulbecco, "Scienza e società oggi. La tentazione della paura". Con una nota di Riccardo Chiaberge.
Momentaneamente non ordinabile