Cioccolato. Storia, arte, passione
La storia del cioccolato comincia da una pianta relativamente piccola che vive all'ombra di una vegetazione gigante, per goderne l'umidità e il riparo. Sono i suoi frutti a muovere l'interesse religioso, medico, economico e infine gastronomico del Nuovo Mondo prima, e del Vecchio Mondo poi. II nome viene dal greco e fu Carl von Linné (Linneus) lo scienziato botanico svedese, a sceglierlo, affidandogli nel contempo un destino: 'Theobroma cacao' (theobroma = cibo degli dei; cacao da 'kakaw' = il nome originale della pianta); da qui possiamo dedurre che Linneus sia stato uno dei primi 'chocoholic' della storia e sappiamo bene che non è rimasto l'unico. Il primo europeo a venire in contatto con il cacao fu Cristoforo Colombo, nel suo quarto e ultimo viaggio, quando incontrò una grande canoa maya, piena di questi chicchi scuri e ovali, dall'intenso profumo, a cui non diede importanza. Fu invece, più tardi, lo spagnolo Hernan Cortés che imparò a conoscere il cacao dai Maya della Penisola dello Yucatàn e della vicina America Centrale. Anche il nome cacao risulta essere il primitivo, quello usato dalle popolazioni che per prime ne hanno scoperto i pregi e che, risalendo nei tempi, ci portano in Mesoamerica. Per Mesoamerica si intende l'area geologica occupata dall'insieme di quelle culture antiche unite da religione, credenze e arte, che per 3000 anni (dal 1500 a.C. al 1519 d.C.), fino all'arrivo degli europei, fiorirono nelle Americhe. Agli inizi, il cacao non era altro che un alimento come tanti altri e ne veniva mangiata la polpa (anche le scimmie e i pappagalli se ne cibavano allo stesso modo), mentre il guscio serviva per la preparazione di una bevanda alcolica consumata dagli indigeni. Fu in seguito che divenne cibo degno degli dei, ma andiamo per gradi e scopriamolo attraverso la sua storia. (Dalla introduzione)
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