Dei e legioni
Nipote di Costantino, cresciuto nella mistica terra di Cappadocia, fine studioso sensibilmente influenzato dalla cultura neoplatonica, iniziato ai misteri eleusini, Giuliano l'Apostata si rivelò un abilissimo stratega nelle battaglie contro franchi e alemanni, anche grazie a un'intelligente lettura del De bello gallico di Giulio Cesare. Divenuto imperatore nel 362, senza avere mai messo piede nell'Urbe, volle restaurare il politeismo a Roma decurtando i poteri sociali e giuridici già assegnati da Costantino alla nascente comunità ecclesiastica e attirandosi l'odio della cristianità nei secoli a venire. Morì un anno dopo, a soli trentadue anni, in una campagna militare contro i persiani. A raccontarne le gesta, i convincimenti profondi e le controverse scelte religiose è Cesario, suo medico personale e fervente cristiano preoccupato per la salvezza dell'anima del proprio signore. Una ricostruzione storica che restituisce e attualizza i paradossi di un impero culturalmente e geograficamente diviso e la violenza e gli intensi contrasti di un'epoca.