Hotel Iris. L'iniziazione di un'adolescente ai rituali dell'amore
Mari e sua madre sono proprietarie dell'Hotel Iris, una modesta pensione in un'anonima località balneare. Come ogni sera la ragazza aspetta dietro il banco della reception che i clienti si ritirino a dormire. A un tratto, grida isteriche turbano il silenzio dell'albergo. Una donna esce da una stanza insultando a gran voce l'uomo che è con lei. È mezza nuda, probabilmente una prostituta. L'uomo che avrebbe preteso prestazioni innominabili non appare turbato e con un comando imperioso la zittisce. Mari, che assiste alla scena insieme agli ospiti risvegliati dal clamore, è stregata dalla voce composta e autorevole di quel signore maturo e distinto. Qualche giorno dopo, quando lo incontra per strada, per Mari è inevitabile seguirlo. Un filo sottile come seta la attrae fatalmente. Per lei, che ancora deve fare esperienza del mondo, è la scoperta dei sentimenti e del corpo, la ribellione. Ma è anche la perdita dell'innocenza, l'iniziazione sconvolgente ai rituali e alle umiliazioni della carne, a una complicità fatta di sesso, amore e morte. Per lui, lo schivo traduttore dal russo che da tempo ha rinunciato ad abitare il mondo, è forse l'unico modo per placare un antico dolore.Maestra nell'arte di creare atmosfere ossessive e personaggi perturbanti, Yoko Ogawa racconta in "Hotel Iris" la storia di un amore senza limiti, con una scrittura cristallina, carica di silenzi, apparentemente semplice, in cui ogni elemento è rivelazione dell'anima, del corpo e delle sue manifestazioni. Come una lenta deflagrazione.
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