Asce di guerra

1949, Castelfiorino (Bologna). L'Ex partigiano 'Soviet', accusato di un delitto che non ha commesso, torna da una latitanza lunga un anno e picchia a morte un carabiniere. E' un'ordinaria storia di persecuzione; documenti da un hard-boiled padano.1958, Laos centrorientale, sul confine con il Vietnam. Per la seconda volta nella sua vita, l'imolese Vitaliano Ravagli combatte nella giungla agli ordini di un ufficiale cinese. La sua missione è proteggere i convogli che scendono dal Vietnam del Nord di Ho Chi Minh, sconfinano in Laos e Cambogia ed entrano nel Vietnam del Sud filoamericano per rifornire la nascente organizzazione vietcong. Contro Ravagli e i suoi compagni si scagliano le orde dei meo, indigeni armati dalla CIA in funzione anticomunista. Imboscate, torture e scoppi di follia si susseguono in "un buio fitto, pieno di denti".1999, Bologna. Una serie di coincidenze spinge il giovane avvocato Daniele Zani, nipote di 'Soviet', sulla tracce confuse di italiani passati dalla Resistenza alle guerre d'Indocina. Le loro oscure epopee fanno da snodo tra soprusi vecchi e nuovi, tra la repressione di Scelba e quella dell'Europa di Schengen, tra il colonialismo di ieri e la globalizzazione di oggi.E' stata un'identica serie di coincidenze a spingere Wu Ming - già autore collettivo del best seller "Q", con lo pseudonimo Luther Blisset - verso Vitaliano Ravagli e la sua storia. Lavorando per un anno intero gomito a gomito, Ravagli e Wu Ming hanno ripercorso le rotte dell'espatrio clandestino dall'Italia degli anni cinquanta, si sono incontrati con partigiani emiliani e romagnoli le cui voci sono passate direttamente ai capitoli di "Asce di guerra". Come già in "Q", sono i coni d'ombra della storia scritta dai vincitori a fornire la materia prima della narrazione, in un romanzo che alterna con sapienza la durezza della realtà all'invenzione letteraria, cambiando continuamente registro e sorprendendo a ogni pagina.