De Chirico (1888-1919). La metafisica
E' impossibile capire l'arte del XX secolo senza conoscere l'opera di Giorgio de Chirico (1888-1978), uno dei tre pittori che l'hanno maggiormente influenzata. Negli stessi anni in cui Picasso trasformava gli aspetti visibili delle cose e Kandinskij ne faceva scaturire emozioni astratte di forma e di colore, de Chirico gettava le basi di un nuovo modo di esprimersi fondato non sull'apparenza dell'oggetto, ma sulle sue possibilità di significato. De Chirico è stato il primo a rendersi conto che ogni forma che vediamo trae il suo vero valore dalla nostra coscienza per le infinite associazioni e ricordi che può suscitare in noi. Convinto della fondamentale mancanza di senso del mondo e dell'inesistenza di una verità unica, tanto meno di quella visibile, egli ha fatto della sua arte il mezzo per mettere a nudo il mistero delle cose. Dipingendo immagini che appaiono come un ricordo o una depurata essenza spettrale degli oggetti, e accostandole non secondo la logica ma per associazioni intuitive e simboliche, de Chirico provoca in chi guarda reazioni psichiche ed emotive di grande intensità e di profonda poesia. I surrealisti diedero di lui l'immagine falsa di un visionario ispirato ma irresponsabile della propria potenza creativa; svanita questa, si sarebbe in pochi anni trasformato in un banale e reazionario fabbricante di immagini dipinte. Altri hanno cercato di spiegare le clamorose svolte e gli altrettanto clamorosi ritorni della sua carriera artistica leggendone l'opera come un prodotto nato nel clima delle avanguardie parigine degli anni dieci, dalle quali de Chirico si sarebbe poi distaccato percorrendo strade completamente diverse. Interpretazioni non solo errate e partigiane, ma soprattutto fondate sull'ignoranza della documentazione storica. De Chirico, come già aveva capito il suo amico poeta Guillaume Apollinaire, è anzitutto un intellettuale e un filosofo che traduce in immagini il suo pensiero ed è profondamente cosciente di ciò che fa. La sua opera, pur sviluppatasi "dentro le avanguardie" ne costituisce fin dall'inizio una critica radicale ma non reazionaria, perché intuisce il vicolo cieco in cui l'arte sarebbe stata condotta dalla ricerca continua di novità formali e anticipa di più di un decennio la svolta dell'arte europea tra le due guerre. La rivoluzione da lui iniziata nel campo della comunicazione visiva ebbe un'enorme influenza sull'arte del XX secolo, da Picasso stesso ai surrealisti, dal realismo magico alla pop art. Per quanto il suo sia un nome notissimo, l'opera, il pensiero e le vicende stesse della sua vita sono rimasti a lungo, per varie ragioni, un campo semi-inesplorato, forse la zona più oscura in tutta la storiografia artistica di questo secolo. Questo volume, ricostruendo con grande precisione documentaria tutto il periodo iniziale della sua carriera e la formazione del suo pensiero, permette di capire il vero contenuto di quella pittura che de Chirico chiamò "metafisica" e getta una luce chiara sul patrimonio di idee e di riflessioni attorno all'arte e al suo significato nella vita dell'uomo, che fu sempre il fondamento e il filo conduttore di un percorso artistico, in cui non mancano le ombre e i periodi bui, ma che rimane una delle più esaltanti avventure intellettuali di questo secolo.
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