Livio Vacchini. Opere e progetti

Sin dal suo debutto professionale, avvenuto alla seconda metà degli anni sessanta, la critica e la pubblicistica internazionale hanno riservato costanti attenzioni al lavoro di Livio Vacchini (Locarno, 1933). Completati gli studi di architettura al Politecnico Federale di Zurigo nel 1958, dopo un periodo di ulteriore formazione consumato in parte lontano dalla Svizzera, Vacchini ha collaborato per circa un quinquennio (dal 1963) con Luigi Snozzi, l'architetto che più di ogni altro ha contribuito alla formazione del particolare clima culturale che dalla seconda metà degli anni sessanta ha favorito l'affermarsi in Ticino di un gruppo di progettisti dotati, le cui opere hanno lasciato tracce significative nella storia dell'architettura dei due decenni sucessivi. Una volta esauritasi la collaborazione con Snozzi (ne sono derivati diversi progetti elaborati in occasione di concorsi e alcune costruzioni quali la sede dell'UBS ad Ascona e il complesso residenziale di Carassi), Vacchini ha lavorato saltuariamente con Aurelio Galfetti. Con quest'ultimo ha firmato il progetto per la scuola media di Losone (1973-75), proprio negli anni in cui una mostra organizzata dal Politecnico di Zurigo e il relativo catalogo, "Tendenzen. Neuere Architektur im Tessin", di M. Steinma e T. Boga (1975) contribuivano a diffondere la conoscenza del lavoro svolto dagli architetti ticinesi nel decennio precedente, ponendo le premesse per i rioconoscimenti internazionali loro tributati negli anni succesivi. Sia nel panorama ristretto dell'architettura ticinese sia in quello più ampio in cui si sono collocate a partire dalla metà degli anni ottanta, le opere di Vacchini, come spiega Roberto Masiero nel lungo saggio che occupa le pagine iniziali di questo libro, si sono segnalate per la loro autonomia e originalità. L'architettura del ticinese, infatti, allorchè giunge a esprimersi con la massima coerenza, si avvale di un linguaggio intrensigente e coeso che rende problematico accomunarla ad [...]