Andrea Palladio. La Rotonda
Corona che regalmente celebrando conclude: tale ci appare ancor oggi la Rotonda, massimo risultato dell'ingegno palladiano. Maestoso ornamento del paesaggio, gemma che illumina dall'alto la città distesa ai suoi piedi - così nella Sommerreiise del 1903 la Rotonda appare a Hugo von Hofmannstahl che al capolavoro palladiano dedica una pagina illuminante, ove l'immagine dell'ornamento regale si ripete intercciandosi alla biblica evocazione del sogno di Giobbe. Nelle parole di Hofmannsthal risuonano quelle utilizzate dal Palladio per illustare ne I Quattro libri le incantate caratteristiche del sito dove sorge la Rotonda, summa dell'arte dell'architetto vicentino e vertice dell'architetura rinascimentale. Come spiega Rosario Assunto, nel saggio che apre il presente volume, la Rotonda vive di un duplice continuo scambio con la natura circostante: con il paesaggio verso il quale le sue forme paiono espandersi, con le colline e la pianura che poi si ordinano intorno al volume perfetto della villa. Il paesaggio che si compone nel segno della compiuta circolarità dell'edificio viene descritto da Palladio come "un molto grande theatro", a rendere ragione della particolare conformazione (della sua costruzione) che offre alla vista, quali altrettanti fondali quattro logge simmetriche, le cui colonne inquadrano dall'interno lo spettacolo della natura circostante ordinata nelle sue scene di altrettante rappresentazioni. Opera somma e carica di ambiguità, gioia per il grande teatro del mondo, luogo eletto per il trascorrere di vita raffinata e colta, con la sua interminabile complessità la Rotonda è monumento tra i più celebrati dell'architettura occidentale. Modello in senso proprio di innumerevoli rivisitazioni il capolavoro palladiano nel corso dei secoli ha mantenuto segreti inviolati nonostante le continue attenzioni dei posteri. Il presente volume permette di riconsiderare la vicenda storigrafica della Rotonda da vari punti di osservazione.
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