Curzio Malaparte la letteratura crudele. Kaputt, La pelle e la caduta della civiltà europea
Curzio Malaparte è oggi al centro di un dibattito internazionale che lo riscopre come figura fondamentale del Novecento europeo. Tuttavia, in Italia manca ancora una discussione critica sulla sua opera intellettuale che, partendo dalla problematica adesione al fascismo, non si soffermi solo sugli scandali della sua biografia. Il volume colma tale lacuna, concentrandosi sulla stagione dei suoi fondamentali romanzi «Kaputt» e «La pelle». Dal conflitto mondiale alla transizione verso il postfascismo, viene interpretata la sua idea di "crudeltà" come risposta al collasso della civiltà europea e al fallimento degli ideali rivoluzionari confluiti nei totalitarismi. Quello di Malaparte è infatti un tentativo di rispondere alla sacralizzazione della politica e alla disillusione delle utopie del moderno, dal sogno di palingenesi sociale al ritorno del sacro nella società secolarizzata del dopoguerra. Il libro esamina inoltre come la sua intelligenza di scrittore si accompagni al suo populismo di "public intellectual". Testimone controverso delle guerre mondiali e dei genocidi europei, Malaparte offre un'interpretazione radicale e tragica dello scontro biopolitico tra il potere distruttivo della tecnologia moderna e la nuda vita. Ed è in questa luce che, insieme ai grandi romanzi, sono recuperate opere meno note come il dramma teatrale Das Kapital o l'unico suo film «Il Cristo proibito».
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