La scienza doppia del linguaggio. Dopo Chomsky, Saussure e Hjemslev
La dualità è il tratto caratteristico dello “spirito scientifico” di Saussure e Hjelmslev che porta a un “ri-pensamento” della linguistica e della semiotica. Si tratta di proseguire la ricerca della scienza del linguaggio in una prospettiva non formalista delle forme del senso, che studia i sistemi e i processi di significazione, che coniuga il principio di formalità, o di organizzazione, con il principio di empiricità, o di sostanzialità o fenomenologicità. Una scienza morfologicamente doppia, o costitutivamente duplice, che rinuncia ad ogni prospettiva unilaterale e riduttiva sul linguaggio: una dualità che non è una mera somma aritmetica (uno più uno uguale due) ma un uno formato da due. Questo filo teorico arriva fino a Umberto Eco, passando attraverso la riflessione linguistica di Antonino Pagliaro e Mario Lucidi, e i loro rapporti con il Corso saussuriano e lo Strutturalismo.
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