La guerra ai confini d'Europa. Incognite e prospettive mediterranee per l'Italia
Per molti anni l'Europa è stata considerata una "potenza civile" e si è addirittura prospettata l'idea di una "obsolescenza della guerra". Prima il processo di integrazione e poi l'allargamento verso est hanno dimostrato la capacità del vecchio continente di superare antiche rivalità e di trasformarsi in un modello istituzionale per la pace e lo sviluppo economico. Tuttavia, dalle guerre balcaniche degli anni Novanta e la successiva instabilità politica sono emerse le aporie dell'azione europea, acuite dalla crisi economica e dalla più recente guerra ucraina. Il problema si è presentato anche tra il 2011 e il 2014 sulla sponda sud del Mediterraneo, con conflitti insidiosi tra regioni africane e mediorientali. Dalla Libia alla Siria, con effetti fino al Mali e in Centrafrica, il coinvolgimento dell'Unione è stato posto in discussione e anche l'Italia si è trovata a interrogarsi su questioni di politica estera e di difesa. Come cambia la sicurezza? Quanto il confronto tra identità e valori può aprire nuove fratture? Quali sono le prospettive di pace e sviluppo?
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