Il 22 settembre 1937 una folla di 20.000 persone accompagnò il feretro del giovane falegname Giuseppe Miceli, assassinato nel corso di una incursione punitiva condotta dai cadetti della “Vespucci” contro il circolo popolare Garbali, reo di antifascismo. In quell'occasione l’urlo contro il regime si sentì chiaro e forte: “tutta Tunisi indignata e in preda ad una collera irruenta si era riversata per le strade” ha ricordato nelle sue memorie autobiografiche Ferruccio Bensasson, con parole ora rievocate da Leila El Houssi.
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