Autunno di Costantinopoli. Pagine d'atlante con 16 vecchie stampe
Con "Autunno di Costantinopoli" (1929), Giuseppe Antonio Borgese si colloca accanto a quegli autori che, come Chateaubriand e Flaubert, Nerval, Loti e De Amicis, hanno contribuito ad edificare il mito triste e seducente della città bizantina. L'autore avverte però, nel contempo, la necessità di staccarsi dalla visione ottocentesca di Costantinopoli, fornendo ai suoi lettori una testimonianza più disincantata sulla città, e rinfrescandone l'immagine con un'analisi puntuale degli stravolgimenti storico-politici innescati da Mustafa Kemal nell'ottobre del 1923. Nell'interrogarsi sul destino della neonata Repubblica, Borgese ci consente di accostarci all'attualità delle riflessioni sull'avvicinamento della Turchia all'Unione Europea; e risalendo alle radici dell'identità culturale con l'Occidente, che lo Stato turco reclama, arriva a riconoscere, pur nelle divergenze, una qualche affinità.
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