Impero light. Dalla periferia al centro del nuovo ordine mondiale
Viviamo in un mondo che non ha precedenti storici se non nel tardo impero romano. Non si tratta soltanto del dominio militare esercitato da un'unica potenza e neanche della dimensione di questo potere e della sua ostentazione. Il nuovo impero non è come quelli del passato, fondati sulle colonie e sulla conquista. E' un 'impero light', un'egemonia senza colonie, una sfera d'influenza globale senza il fardello dell'amministrazione diretta e i rischi della sorveglianza continua: è un imperialismo gestito da un popolo memore del fatto che il proprio paese si è assicurato l'indipendenza ribellandosi a un impero. E', in altri termini, un impero privo della consapevolezza di esserlo, ma questo non ne riduce il carattere imperiale, ovvero la costante tendenza a mettere ordine in un mondo di Stati e mercati sulla base dei propri interessi personali. In forma del tutto conseguente, l'analisi di questo 'impero light' non inizia da Washington, la capitale dell'impero, bensì da tre zone di frontiera- Afghanistan, Kosovo e Bosnia- in cui l'autorità e la tutela imperiale stanno assumendo una nuova identità. Ma l''impero light' sarà abbastanza robusto da riuscire a portare a termine il proprio lavoro? La schiacciante superiorità militare si trasformerà in sicurezza?
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