Stati di negazione. La rimozione del dolore nella società contemporanea
Chiudere gli occhi, abbassare lo sguardo, far finta di niente, voltarsi dall'altra parte, alzare le spalle, mettere la testa sotto la sabbia: sono numerosi i modi di dire comuni che indicano l'incapacità o il rifiuto di guardare in faccia la realtà della sofferenza nostra e altrui. Nell'esperienza quotidiana l'alcolista e il tossicodipendente non accettano di riconoscere la propria condizione, il marito o la moglie fanno di tutto per ignorare le infedeltà del coniuge, noi tutti restiamo inerti di fronte alle immagini di dolore trasmesse ogni giorno dalla televisione. A livello più generale, i governi negano qualsiasi responsabilità nei tanti massacri e orrori commessi ogni giorno in giro per il mondo. E alcuni storici arrivano addirittura a negare tragedie di proporzioni immani come l'Olocausto. "Stati di negazione" indaga per la prima volta in profondità il modo in cui singole persone e intere comunità evitano di confrontarsi con realtà scomode e dolorose, mostrando come e perchè mettiamo in atto meccanismi di diniego consapevoli o inconsapevoli. La ricchissima mole di casi discussi consente di comprendere in tutta la sua complessità un fenomeno che nel mondo dell'informazione globale ha acquisito proporzioni inedite e preoccupanti.
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