La carne impassibile. Salvezza e salute fra Medioevo e Controriforma
“La carne impassibile” è una discesa nell’immaginario torbido e salvifico del corpo dal Medioevo alla Controriforma: partendo da testi minori e documenti poco noti, Piero Camporesi ci conduce in un territorio in cui bellezza e atrocità convivono e in cui i confini tra cucina e chirurgia, occultismo e teologia, sacro e profano si fanno sottili fino a confondersi. Per la società medievale il corpo era il centro di tutti i discorsi pubblici e privati: da un lato oggetto di esorcismi e torture, piaghe e sporcizia, specchio di un universo corruttibile e immondo; dall’altro scrigno di medicine e unguenti taumaturgici, intrinsecamente legato, nella sua mortalità, al divino. Per secoli nelle pagine di medici, filosofi e sacerdoti, è stata proprio la promessa di una vita ultraterrena in cui diverremo materia «impassibile », beata e incorruttibile a relegare la fisicità al campo dell’esecrabile e del deperibile, serbatoio di ogni vizio e lordura. Tra profumati oli curativi che sgorgano dalle reliquie dei santi «mirobliti» e corpi appestati brulicanti di «entomata», vermi e insetti, Camporesi ci guida in un racconto della carne quale essenza dell’umano, specchio delle sue paure, ansie e speranze; ma anche lente attraverso cui guardare il mondo. Questo libro ci spinge al confronto con una narrazione della corporalità molto distante dalla nostra. Nell’epoca digitale, fatta di immaterialità, filtri e proiezioni, Camporesi ci invita a rivolgere lo sguardo al passato, ai suoi errori e alle sue illusioni: perché è proprio recuperando i vuoti e le mancanze degli antichi che possiamo tornare a dare pienezza alla carne di cui sono fatti i nostri corpi.