Souvenir. Una storia culturale
Quasi tutti teniamo da qualche parte – sui mobili del salotto, attaccati al frigorifero, appesi allo specchietto della macchina – degli ogget ti che abbiamo riportato da una vacanza, dal la luna di miele o semplicemente da una gita fuori porta. Sono oggetti molto diversi tra loro per dimensioni e materiale, ma accomunati dal la capacità di farci rivivere le memorie di quel viaggio. Souvenir ci rivela come questa pratica non appartenga esclusivamente alla contemporaneità, ma sia un’espressione dell’umano che attraversa i luoghi e le epoche: dal terriccio che i pellegrini riportavano a casa dalla Terra Santa alle macabre teste miniaturizzate dell’Amazzonia coloniale, dall’esplosione del mercato delle cartoline a inizio Novecento ai cucchiaini da collezione in vendita nei musei americani oggi, Potts ci illustra il valore personale forte e duraturo che attribuiamo da sempre ai souvenir. Questo libro ci apre gli occhi su come i «ricordini» siano tutt’altro che qualcosa di effimero e legato al turismo di massa, ma possano di ventare per ognuno di noi tappe di una mappa interiore. Perché, come afferma lo stesso Potts, «se acquistiamo un souvenir non è per dare una valutazione del mondo, ma per raccontarci»; per rammentare a noi stessi e agli altri chi siamo stati e chi saremo poi.