Jazz, architetture di un azzardo. Riflessioni, vita, musiche
Libro ibrido, assieme ritratto, manuale e racconto storico, in queste pagine Fasoli ripercorre frammenti di vita alternandoli a pensieri sulla musica del Novecento, sull’arte della performance, sulla tecnica strumentale: gli anni di Perigeo – storico ensemble di jazz-rock che riuniva i più raffinati strumentisti e compositori italiani attivi negli anni settanta – e le collaborazioni internazionali con artisti del calibro di Kenny Wheeler, Lee Konitz e Dave Holland, le sperimentazioni sui sentieri della fusion e le contaminazioni tra il jazz e altre musiche – dal barocco alle culture extraeuropee. Appunto dopo appunto, l’esperienza di Fasoli si dipana in un ragionamento sul significato profondo del «fare musica» insieme, tra incontri e concerti, insegnamenti ricevuti e insegnamenti offerti. Una pratica fatta di architetture sofisticate e azzardi, in cui ci si deve saper scambiare velocemente e telepaticamente le idee ma si deve anche saper fare spazio al silenzio; e dove bisogna stare al comando della situazione rimanendo sempre pronti ad accogliere quell’imprevisto che nemmeno il più nutrito bagaglio di conoscenze può evitare e che è alla base della scoperta del «nuovo». Questo, sembra dirci Fasoli, è il grande insegnamento del jazz: essere sempre disposti a perseguire e creare l’inatteso, nella musica, e forse anche nella vita.
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