Elefanti bianchi
Un uomo girovaga notte e giorno nei dintorni di piazzale Loreto inseguendo le storie della variegata umanità che li abita. Un medico, stanco della vita e dei suoi dolori, è ossessionato dal dubbio se Čechov si preparasse da solo le marmellate. Un bambino diventa amico di un vecchio professore che ha perso la cattedra per non avere abiurato la fede fascista ereditata da un padre podestà. Un papa africano reazionario si trova d’improvviso a confronto con il suo anziano predecessore creduto morto. Fellini, Pasolini, De Filippo, Magnani, Sordi e Ingrassia si riuniscono a cena per parlare della realizzazione di un film immaginifico dal titolo Il Terrorista. Odisseo ricorda la sua vita dopo la morte, dialogando con figli, moglie e amanti sui fatti che hanno seguito il ritorno a Itaca.Questi sono solo alcuni dei bizzarri, ironici, introversi Elefanti bianchi di Ferruccio Parazzoli, eterogeneo mosaico di racconti, romanzi, saggi narrativi, prose di viaggio, sceneggiature teatrali e frammenti di varia natura. Un insieme di testi inediti all’interno dei quali si alterna una sinfonia di personaggi memorabili e luoghi letterari – dalla Milano di corso Buenos Aires e del Pio Albergo Trivulzio alla Roma sede del papato e di cinematografiche trattorie popolari – che attraversa l’intero spettro dell’immaginario di Parazzoli: la riflessione sulla scrittura e sul ruolo dello scrittore a confronto di volta in volta con la perdita dell’ispirazione e il fallimento o con il successo e la noia, la patina grottesca che ricopre ogni tragedia, il declino dei corpi e delle anime, le infinite maschere abitate dal potere, il nichilismo dostoevskijano di chi vorrebbe credere e non riesce più.Coronata dalla prefazione di Helena Janeczek, quest’opera è uno scavo nelle possibilità polifoniche della scrittura che oltrepassa i confini del realismo e della mimesi. Una serie di originali e difformi narrazioni che, al pari di una mandria di elefanti, avanzano impetuose e armoniche come un corpo solo.
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