L' idiota della famiglia. Gustave Flaubert dal 1821 al 1857

L' idiota della famiglia. Gustave Flaubert dal 1821 al 1857

Libro eretico e inclassificabile, ridefinizione dell’etica sartriana della libertà, monumentale incontro tra due grandi classici della letteratura francese, L’idiota della famiglia viene oggi riproposto con un’inedita introduzione di Massimo Recalcati. Chi era Gustave Flaubert? L’idiota della famiglia, un imbecille preda di lunghi stati d’assenza stuporosa, lo sguardo perso a inseguire miraggi; l’istrionico attore mancato, per chi lo ha conosciuto adolescente. No, il Gustave dell’epistolario è prima di tutto un incurabile nevrotico, che accarezza con la mente le tenebre delle sue malinconie. Si tratta, in ogni caso, dell’autore di quel prezioso capolavoro chiamato Madame Bovary. Come si fa a definire un uomo? Come fare per armonizzare le opposte verità in cui si disperde la sua biografia? Sartre accetta la sfida: si spinge a rivangare il passato, senza pudore per l’intimità violata; raccoglie la materia pulviscolare, che irradia gli strati multiformi del ricordo, e la ricompone in un ritratto concreto. Guidandoci attraverso la galleria di specchi deformanti, dell'individuo che coglie negli occhi dell’altro il riflesso traviato di se stesso, il maestro dell’esistenzialismo mostra che nessuno si sottrae al crudele gioco del rovescio, in cui gli uomini s’incrociano per scambiarsi a vicenda l’effige della maschera sociale, così lontana dalla loro essenza profonda. Reagire diventa imperativo categorico: non farsi imprigionare dalla verità dell’altro, ma permettere alla voce interiore di librarsi leggera, perché possa trovare la sua consistenza nella scrittura.
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