In principio fu Tondelli. Letteratura, merci, televisione nella narrativa degli anni novanta
"Narrative invaders", scrittori dell'eccesso, cannibali, narratori modello Pulp Fiction o Forrest Gump, neo-neoavanguardisti: per i giovani scrittori esordienti degli anni novanta sono state coniate numerose formule ed etichette, tese a definire l'improvvisa apparizione sulla scena letteraria italiana di scritture a prima vista slegate da qualsiasi tradizione. La nuova generazione di autori, da Ammaniti a Ballestra, Brizzi, Campo, Culicchia, Nove, Santacroce, attraverso codici linguistici ed espressivi spesso esasperati e con ampi prelievi dalle gergalità delle tribù giovanili, ha posto al centro delle proprie storie alcuni elementi tipici della contemporaneità: la neotelevisione, il sistema delle merci, l'iperconsumismo. Ha tradotto in una forma-romanzo rinnovata i conflitti, gli stili di vita, l'universo cognitivo, i luoghi e i nonluoghi dell'esistenza individuale e collettiva degli under trenta, aprendo le porte della narrativa a tutti i consumi culturali generazionali: musiche, marche, loghi, trasmissioni televisive, media e nuovi media. Si sono definiti scrittori nuovi e senza canone, rifiutando genealogie e legami con il passato. Ma nel cuore delle ragioni che hanno presieduto alla nascita di queste esperienze si avverte un debito contratto con la proposta, l'opera e l'esempio di Pier Vittorio Tondelli, un "classico" di una modernità letteraria a cui i giovani sentono di appartenere. "In principio fu Tondelli" è un percorso nella varietà di questi romanzi e di questi autori, l'analisi di uno specifico universo narrativo che ha aperto le porte della letteratura e dell'editoria alle scritture giovanili con un'ampiezza inedita nella storia del mercato librario italiano.
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