Io ti salverò
Un maniero nell'Alta Savoia, arroccato su un monte impervio e ora trasformato in clinica psichiatrica per l'alta società; una dottoressa impressionabile ma decisa a dimostrare il proprio valore; un medico dai modi suadenti, che non è chi dice di essere: sullo sfondo di una vallata in cui il sole fatica a insinuarsi, fra le bizzarrie sinistre e raccapriccianti dei pazienti sempre più inquieti, si consuma la storia di una fascinazione pericolosa. Letale. Apparso per la prima volta nel 1927 e salutato come uno degli ultimi romanzi gotici di tradizione inglese - sulla scorta di Horace Walpole e del suo "Castello di Otranto" -, "Io ti salverò" colloca gli elementi tipici del genere, dalla fanciulla in pericolo al gusto per il macabro, in un intreccio serrato che ha il suo maggior punto di forza nella rappresentazione, allora pionieristica, delle teorie freudiane del rimosso e dell'inconscio. Quasi vent'anni più tardi, sarà questo aspetto a attirare l'attenzione di Alfred Hitchcock quando, alla ricerca di un soggetto di argomento psicoanalitico, deciderà di comprare i diritti del romanzo, che nella famosa intervista-confessione con François Truffaut avrebbe definito "melodrammatico e folle". Con "Io ti salverò", il Saggiatore continua la pubblicazione delle opere che colpirono il genio di Hitchcock risuonando con le sue personali, onnipresenti ossessioni...
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