Psycho
Nei pressi della cittadina di Fairvale si staglia la sagoma solitaria del Bates Motel. Nelle vecchie stanze mai rimodernate, il suo proprietario, Norman Bates, conduce una vita ripetitiva e solitaria, in balia della vecchia madre, tirannica e possessiva. Durante uno dei loro continui litigi, mentre cade una pioggia incessante, giunge al motel una giovane donna. Mary Crane ha impulsivamente sottratto quarantamila dollari all'agenzia immobiliare dove lavora - per saldare i debiti dell'uomo che ama - e ha deciso di fermarsi al motel per riposare e pensare con calma al da farsi. Inizia così il romanzo che ha ispirato il più noto capolavoro di Alfred Hitchcock, la pietra miliare di un certo modo di intendere la paura e trasmetterla al pubblico. Per molto tempo il successo della pellicola ha oscurato i meriti di Robert Bloch. Oggi "Psycho" inaugura una serie di pubblicazioni attraverso la quale il Saggiatore intende riscoprire le fonti letterarie del regista, operando una scelta basata sulla qualità dei testi e degli autori. "Psycho", il romanzo, riletto oggi rivela tutta la sua potenza. Per i temi che affronta - pornografia, matricidio, travestitismo -, per la sovversione delle convenzioni narrative, per le svolte ingegnose. Ma soprattutto per la banalità dell'orrore, messo in scena all'interno di un microcosmo provinciale apparentemente tranquillo. Una formula che diventerà poi un tòpos della letteratura e della cinematografia statunitense.
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