Per il bene di tutti

Per il bene di tutti

Borgo è un paese di mille anime sull'Appennino, tagliato in due da una provinciale scalcinata e malridotta, ai lati cespugli secchi e alberi rachitici, pezzi di asfalto e scaglie di vetro. A Borgo, ogni giorno tutti passano davanti allo stesso bar, accennano un identico saluto all'unico barista, oltrepassano i soliti cancelli arrugginiti dei pochi palazzi, volgono lo sguardo alla cappella votiva sul ciglio della strada, una madonna asfittica e ingrigita. A Borgo però c'è qualcosa che spezza la monotonia dei gesti e delle abitazioni allungate ai lati della provinciale: uno schiocco secco, reiterato, straziante. Lo schiocco del moncherino usurato della vecchia del paese. Olga, la vecchia storpia che ogni mattina si trascina, sgraziata e maleodorante, a comprare il latte. Poi, un brulicare di donne. Anna, venuta dal Sud per insegnare, ma a Borgo Anna non piace, lei che, con i suoi modi tanto aperti quanto severi, sembra portare una ventata d'aria fresca che il paese non vuole né tantomeno cerca. A Borgo non piace neanche Angela, madre di due bambini costretta a fare le pulizie nelle case dei ricchi per mantenerli; per Borgo, Angela è una madre irresponsabile e una moglie mediocre, che non è stata capace di tenersi stretta il marito. A Borgo non piace nemmeno Agnese, che la mattina si presenta al lavoro con i segni di una violenza domestica che il paese non vuole vedere. A Borgo non piace Delia, che ha il dolore cucito addosso per la morte del figlio...
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