Tokyo città occupata
Tokyo. Il 26 gennaio 1948 alle tre e un quarto del pomeriggio un uomo entra nella filiale di una banca spacciandosi per medico dell'Agenzia per la salute pubblica. E stato inviato per effettuare una vaccinazione in seguito a un violento caso di dissenteria. In una stanza riunisce le sedici persone presenti in quel momento e distribuisce loro il farmaco. Pochi istanti e tutti cadono a terra, avvelenati. Solo due si salvano. L'unica traccia del colpevole - volatilizzatosi con un bottino di ottantamila yen e una coppa d'argento - è una lettera il cui autore, tal Yamaguchi Jiro, sostiene di essere il rapinatore-avvelenatore. Ha inizio così una colossale caccia all'uomo, che coinvolge poliziotti, giornalisti e volontari. Su di essi, l'occhio attento dei militari statunitensi. Otto mesi dopo Hirasawa Sadamichi viene arrestato e accusato della rapina: morirà in carcere nel 1987. Nessuno dei testimoni tuttavia lo aveva riconosciuto. Appelli e campagne in sua difesa continuano ancor oggi, e la diciannovesima richiesta di riaprire il processo, presentata due anni dopo la sua morte, è tuttora all'esame della magistratura giapponese.
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