Avanti Po. La Lega Nord alla riscossa nelle regioni rosse

Avanti Po. La Lega Nord alla riscossa nelle regioni rosse

Uno lo chiamano "cocomero" perché dicono che fuori è verde, ma dentro è rosso. Un altro è orgoglioso del passato nel Pci ed è convinto di proseguire, da leghista, il lavoro del nonno partigiano. La Lega Nord sale nei voti e scende lungo la penisola, ben al di sotto del Po, in quelle che da sessant'anni venivano chiamate "regioni rosse". Leghisti rossi è il ritratto dell'Italia centrale fatta di borghi e città, con crolli improvvisi nel consenso finora monolitico della sinistra, di giovani che credono che il futuro sia Bossi e sindaci che vietano il velo. E una panoramica tra attività politica sul territorio (due bacheche, un gazebo e molte strette di mano) e i tanti elettori convinti dalla tv o per sentito dire. Tra gente che odia Berlusconi e perciò vota Lega e comuni dove i leghisti governano col Pd. Così, mentre la Toscana ha mandato nel 2009 da Prato a Bruxelles il suo primo eurodeputato leghista e la "razza appenninica" garantisce roccaforti lungo tutto il crinale, le elezioni regionali del marzo 2010 rappresentano la nuova sfida per il grande balzo a Sud del partito del Nord.
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