Zig zag. Il romanzo futurista
In marcia, da Milano a Parigi, e giù, a perdifiato di nuovo in Italia, a Firenze. Con la pubblicazione del "Manifesto" di Marinetti su "Le Figaro", all'alba del Novecento, i futuristi aprirono gli argini al fluire libero delle arti. Ne sgorgarono tele con vortici colorati, linee continue e spezzate, fiabeschi abiti teatrali, sculture imponenti di specchi e suoni. Il fragore delle parole inondò anche la pagina bianca: lettere enormi e piccolissime, corsive o tonde dettero vita a fantasie e scenari dalle dimensioni ultrareali, dominati da forze sconosciute. Non solo poesia e paroliberismo, anche narrativa, che fu strumento di creatività, per la ricerca e la sperimentazione di nuove forme di linguaggio. Per dar voce al romanzo, a torto ritenuto genere minore, Alessandro Masi ha affondato le mani nella stagione più esplosiva della letteratura italiana, scegliendo otto autori, rappresentanti degli stili espressi dall'avanguardia futurista. "Zig Zag", qui riproposto con una nuova introduzione, è uno scorcio originale della prosa futurista che, dalle prime prove d'inizio secolo, passando per la "seconda stagione" fiorentina, arriva oltre la metà degli anni trenta con la forma dell'"aeroscrittura". Una raccolta eterogenea, come eterogenee furono le invenzioni di uno dei più straordinari movimenti culturali del secolo scorso.