Home boy

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Home boy racconta le vite di tre giovani musulmani di origine pakistana, AG, Jimbo e Chuck, nella New York alle soglie dell'11 settembre. I ragazzi vivono tra alcool, donne, cocaina e locali fantasticando sulle infinite possibilità di reinventarsi che l'America offre loro ogni giorno. Un mattino però tutto cambia: è l'11 settembre e il terzo palazzo distrutto è il World Trade Center, un tempo luogo di lavoro di Chuck, che aveva lavorato nella finanza prima di riciclarsi come taxista. L'aria di New York diventa ostile. La città sembra sempre più solitaria e minacciosa, con l'indice puntato su quelli che da ragazzoni scapestrati si sono improvvisamente trasformati in potenziali, pericolosi terroristi. Con la voce slam delle strade della Grande Mela e un ritmo incessante, Home Boy è allo stesso tempo un'opera on the road, un romanzo di formazione e una storia di immigrazione nell'America contemporanea. E il vero successo di Naqvi sta, forse, proprio nella varietà di immigrazione e immigrati che riesce a narrare, nonché nel far emergere quanto netta sia stata la linea di demarcazione che l'11 settembre ha tracciato nelle vite di tutti noi.
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