Critica della ragione economica
Non è sorprendente che le decisioni degli uomini del mondo reale si discostino dalle decisioni ideali della teoria economica. Pochi di noi sarebbero infatti disposti a ritenere che i propri simili siano perfettamente razionali. Nella vita di tutti i giorni amiamo, soffriamo, proviamo gioia, paura, rabbia e altri sentimenti che condizionano le nostre scelte in modo poco 'calcolato'. Che si tratti di scegliere quale prodotto acquistare o come investire denaro, il nostro accesso alle informazioni e le nostre capacità di calcolo rivelano immancabilmente i loro limiti. Gli economisti lo sanno bene, ma hanno a lungo ritenuto che al fine di spiegare il comportamento economico e il funzionamento dei mercati le deviazioni dalla razionalità siano trascurabili. I saggi raccolti in "Critica della ragione economica" mettono in discussione questa assunzione di fondo. Vent'anni di ricerche sperimentali e di indagini sul campo documentano che le violazioni della razionalità abbondano, sono diffuse e sistematiche. Per questo tre recenti premi Nobel, Daniel McFadden, Daniel Kahneman e Vernon L. Smith, hanno posto al centro dei propri studi il comportamento effettivamente osservato nell'uomo della strada piuttosto che quello idealizzato dell''homo oeconomicus'. Nella convinzione che solo dotando l'economia di basi cognitive e sperimentali sia possibile accrescere il suo potere esplicativo, generare modelli teorici più plausibili, predizioni più precise e scelte di politica economica più efficaci.
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