Diario del ladro
Il "Diario del ladro" è un autoritratto particolare. Vi leggiamo i vagabondaggi di Jean Genet attraverso l'Europa negli anni trenta, i suoi amori passeggeri e tutte le attività di un marginale, di un piccolo delinquente, dalla prostituzione alla mendicità, dal traffico d'oppio all'estorsione. La scena cambia di paese in paese: si apre su La Criolla, dancing-bordello di Barcellona e, mettendo a fuoco prigioni e meublés, esaurisce i suoi sorprendenti effetti nel baraccone di fiera, il 'Palazzo degli specchi'. Il ladro omosessuale muta identità nel corso dell'opera sino a prendere le sembianze di un teppista che mette paura, deruba e ricatta i clienti froci, forte della sua giovinezza e dell'odio che prova per loro. Il "Diario del ladro" è la testimonianza di una vocazione al sotterfugio, di natura letteraria. Non abbellisce solo la leggenda del ladro-invertito ma la rafforza con menzogne, omissioni, reticenze, con personaggi camuffati o supposti. Genet non pubblica un diario riempito giorno dopo giorno, ma episodi di un racconto senza riscontri, nato dalla delazione e dal desiderio di proteggere, celebrandoli, tradendoli, i suoi complici. Forse più che un ritratto maschile è un'immagine preziosa del male e dell'amore, costruita in modo tale che, da un angolo lontano, a un occhio remoto, la sua vita appaia limpida, disperata. Nuova edizione integrale.
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