E lui ammazza i poliziotti
Luglio 1966. Londra si prepara alla finale dei mondiali di calcio: i tifosi attendono la partita; ladri, protettori e balordi assortiti non vedono l'ora di arricchirsi a spese dei turisti accorsi in città per l'occasione; le forze dell'ordine cercano di tenere la situazione sotto controllo con un giro di vite contro la criminalità. In quell'atmosfera rovente, mentre l'Inghilterra festeggia la sua prima Coppa del mondo, tre poliziotti trovano la morte e la vita di tre uomini cambia per sempre. Per Billy Porter, reduce di un'assurda guerra in una lontana ex colonia e delinquente di piccolo calibro, il triplice omicidio è stato in realtà la più atroce delle leggerezze. Per il sergente investigativo Frank Taylor, l'unica cosa che conta è che tra le vittime c'è anche il suo miglior amico e nella caccia al colpevole, oltre la rabbia, lo spinge la speranza di dimenticare i compromessi e la corruzione che ha accettato per amor di carriera. Per Tony Meehan, collaboratore più che saltuario di un tabloid, l'occasione per farsi un nome, ma anche per esorcizzare - o forse liberare - i fantasmi che lo tormentano. La violenza che unisce i tre protagonisti seguirà le loro esistenze fino agli anni ottanta, anni segnati dalle rivolte contro il governo Thatcher e dalla brutalità della polizia. Sarà in questa Gran Bretagna in guerra con se stessa, dove il nome dell'ammazzapoliziotti Billy Porter viene scandito nei cori degli hooligan, che ci sarà la drammatica resa dei conti. Con questo romanzo Arnott si conferma come una delle voci più innovative tra i nuovi narratori inglesi e il suo affresco della delinquenza londinese si arricchisce di sfumature, diventa il racconto cupo e incalzante di una società in disfacimento, in cui la corruzione delle forze dell'ordine è solo l'altra faccia della violenza dei criminali; di un mondo dove l'uomo all'apparenza più colpevole, può essere anche il più innocente.
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