L'ultimo carnevale. Goya, de Sade e il mondo alla rovescia
Il 1799 non segna solo la fine di un secolo: dopo la Rivoluzione francese scoppiata dieci anni prima, i semi del cambiamento politico e sociale sono stati ormai gettati e l'Europa non sarà più la stessa. In questo stesso anno Goya mette in vendita a Mardid i "Capricci", una serie di immagini grottesche e violente in cui vengono smascherati i vizi, le ipocrisie e i difetti dell'epoca. Victor Stoichita e Anna Maria Coderch partono da queste ottanta incisioni per analizzare non solo l'opera di Goya, ma tutto l'immaginario di fine Settecento, nel quale predominano i concetti di 'rivoluzione' e 'carnevale', entrambi rivolgimento di un ordine costituito. In quest'opera vengono presi in esame temi e immagini ricorrenti come i mondi alla rovescia, in cui le gerarchie tra servi e padroni, uomini e animali, maschile e femminile sono invertite; ma anche i mondi visionari presenti nei romanzi di de Sade, in cui prevale la ragione più spietata, il vizio porta alla felicità e la virtù viene punita: tutti elementi intimamente legati a quell'universo temporaneamente ribaltato rappresentato dal periodo carnevalesco e dai suoi riti. Attingendo ad un vasto patrimonio di fonti che spaziano dai miti classici alla satira politica, dalla chimica alla letteratura carnascialesca di Michail Bachtin, "L'ultimo carnevale" è uno studio definitivo ed indispensabile sulla maturità artistica di Goya e sui suoi modelli, ma allo stesso tempo porta alla luce i fantasmi, le ossessioni e gli aspetti meno conosciuti di un'epoca di passaggio tra il vecchio e il nuovo.
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