Il mistero dell'alef
Il 6 gennaio 1918 nella città tedesca di Halle, dopo una degenza di sette mesi in una clinica psichiatrica muore Georg Cantor, padre della teoria degli insiemi. Non è il suo primo ricovero: per tutta la vita ha sofferto di esaurimenti nervosi. Curiosamente, in tutti i periodi precedenti ai suoi attacchi, Cantor lavora alla teoria degli insiemi, in particolare a quelli che contengono un numero infinito di elementi; questo numero infinito viene indicato con alef, la prima lettera dell'alfabeto ebraico. Prendendo spunto da questo episodio, Amir Aczel traccia in questo libro una storia dell'infinito e di come questo concetto abbia influenzato profondamente il pensiero di matematici, filosofi e religiosi di ogni epoca. Se l'infinito fino al XIX secolo è considerato un concetto problematico, assurdo, in grado di minare le fondamenta della matematica, Cantor per primo supera questo scoglio psicologico concependo un infinito quasi a misura d'uomo, su cui poter operare tramite formule. L'autore conclude esaminando l'opera di Kurt Godel e Paul Cohen, considerati gli eredi di Cantor.Spaziando da interpretazioni religiose a problemi matematici resi facilmente accessibili al lettore, Aczel ripercorre quindi la ricerca dell'infinito come la grande avventura umana.