Persona per hora secreta
"Persona per hora secreta": così esordivano le denunce anonime che i cittadini dell'antica Repubblica di Venezia inviavano alle autorità per segnalare i crimini di cui erano venuti a conoscenza. Questa forma di delazione era uno strumento non solo giustificato, ma addirittura incoraggiato dal governo della città, in origine per prevenire congiure politiche e, successivamente, per raccogliere informazioni su una vasta tipologia di delitti. Sotto forma di lettere le denunce venivano fatte pervenire ai pubblici ufficiali oppure infilate in apposite bocche di pietra, spesso riservate a un particolare reato, il cui contenuto veniva periodicamente raccolto e vagliato. A spingere gli anonimi delatori erano i motivi più vari: ora il nobile desiderio di contribuire al bene pubblico, ora la brama di una ricompensa, ora la semplice occasione di calunniare un nemico. Lo studio di Paolo Preto è la storia di questi singolari documenti e del loro uso, reso possibile da un immenso lavoro di ricerca e di analisi, una storia che tocca ogni aspetto della vita pubblica e privata della Serenissima fino alla sua caduta nel 1797. I criminali denunciati nei casi presi in esame sono di volta in volta 'sicarij', 'bravazzi', 'homicidiarij et violenti', 'heretici', 'tirani', 'monetari'. I testi spaziano da accuse feroci contro i nobili, nelle quali si intravede forse la mano di un rivale, ad appelli inviati a nome di interi villaggi affinché i Dieci li liberino da fuorilegge e banditi; la lingua è sia quella ricca di iperboli e citazioni delle persone più colte sia quella incerta e volgare dei ceti più umili. "Persona per hora secreta" ci parla di reati e accuse, ma attraverso di essi ci restituisce i gesti quotidiani, le paure, i lati più oscuri di una società che ha fondato la propria potenza su uno dei sistemi spionistici più efficienti della storia.