La legge della guerra
L'eccidio degli Armeni, lo stupro di Nanchino, l'Olocausto, Hiroshima, i regimi militari in America latina, i campi di morte in Cambogia, l'apartheid, la pulizia etnica nella ex Jugoslavia, il massacro in Ruanda: il ventesimo è stato il secolo dei conflitti sanguinosi, dei cirmini di guerra e contro l'umanità, dei milioni di vittime civili, il secolo che ha coniato la parola 'genocidio' e che ha visto nascere le organizzazioni in difesa dei diritti dell'uomo. Al termine della seconda guerra mondiale, i processi di Norimberga e di Tokyo avevano in apparenza stabilito la possibilità e la necessità di chiamare a rispondere i responsabili di tali crimini. Eppure, nei successivi cinquant'anni, il mondo ha assistito impotente agli orrori più inconcepibili e alla reazione spesso inadeguata della comunità internazionale.La cronaca serrata di Neier rende conto delle tante violazioni dei diritti umani compiute in ogni angolo del pianeta e delle altrettanto mancate risposte, con una attenzione particolare alle atrocità commesse nella ex Jugoslavia e in Ruanda. E documenta il difficile percorso di una giustizia internazionale che non dovrebbe sottostare a valutazioni politiche né tantomeno alla legge del vincitore. I due tribunali penali isituiti ad hoc per ex Jugoslavia e Ruanda, per esempio, sono un primo passo importante, ma la creazione di un Tribunale internazionale permanente potrebbe davvero essere salutata come l'inizio di una nuova era per i diritti dell'uomo.