Ottobre ore otto
L'universo del campo di concentramento, visto dagli occhi attoniti di un bambino; il difficile ritorno alla vita quotidiana nella Romania del dopoguerra, sotto un regime inquisitorio e ridicolo insieme; la memoria, con le sue ferite mai sanate. E' questo l'orizzonte esistenziale dei racconti di Norman Manea: Ottobre, ore otto ritorna in una nuova edizione che l'autore ha riveduto e arricchito di nuovi testi. La persecuzione razziale, il conflitto, il senso perduto delle cose e dei legami umani pongono lo scrittore in una dimensione spirituale di esilio; ma dal caos, occasionalmente, può nascere la redenzione: bagliori di speranza, gesti di sfida, momenti di epifania poetica.A fare di questi racconti una sola creazione artisticamente compiuta, oltre ai temi, è la scrittura: lo stile di Manea, capace di una grande varietà di registri, preciso e sfumato, allusivo e impetuoso, proietta sempre sulle immagini la luce simbolica di una parabola o di uno strano sogno, come nella memorabile scena familiare di Il tè di Proust; anche un semplice oggetto, come Il maglione, è talmente carico di questa energia evocativa da sprigionare significazioni morali e affettive, fino ad aprire gli squarci improvvisi di un'emozione."Senz'alcun dubbio, di tutti gli scrittori contemporanei Norman Manea è quello che più merita di essere conosciuto nel mondo." (Heinrich Boll)"Norman Manea è uno scrittore postkafkiano, il fedele custode di una memoria collettiva dotata di un insolito, forse unico, talento poetico... La scrittura di Manea è nel solco di quella di Kafka e Bruno Schulz: i grandi profeti della catastrofe." (Le Monde)"Come Robert Musil, Norman Manea sa esplorare nel profondo le anime dei suoi personaggi." (Berliner Tagesspiel)
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