Il sorriso dell'obice. Un pittore italiano nella Grande Guerra
Giugno 1915. Walter Giorelli, giovane pittore romano, viene scaraventato nell'immane carnaio della Prima guerra mondiale. Nelle lettere alla sua famiglia racconta l'entusiasmo dell'Intervento, i periodi di addestramento a Bologna e a Cividale del Friuli e la vita al fronte, prima in un reparto di salmerie che provvede ai rifornimenti delle truppe sotto il Sabotino, quindi a Plava, nella 169a Compagnia Zappatori, dove opera per quattro mesi in trincee avanzatissime. Giorno dopo giorno il disincanto del militare cresce: gli orrori della guerra di trincea sotto il martellare delle artiglierie nemiche, pur riferiti con ironia, irrompono sempre più nei suoi resoconti, finché per tenere viva la speranza non basta neppure l'arte, cui si applica disegnando i volti dei compagni, i terreni devastati di Oslavia, Gorizia, le vette e i campi di battaglia attorno all'Isonzo. Le lettere del soldato Giorelli, ritrovate per caso a quasi un secolo di distanza, sono riproposte in questo volume nella forma di un diario che apre uno squarcio illuminante e privo di retorica su ciò che rappresentò la prima guerra di massa nella coscienza di coloro che vi dovettero prendere parte. Nella sua appassionata testimonianza stupiscono l'ampiezza e l'originalità della riflessione, e la vibrante carica antimilitaristica, il cui valore e il cui significato sono quanto mai attuali.
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