Morire a Clipperton
Sperduto scarabocchio di sabbia proteso sul Pacifico, Clipperton dista tre giorni di navigazione dalla terraferma. Ai primi del Novecento, il Messico decide di occupare stabilmente con un manipolo di soldati, accompagnati dalle famiglie, quest'inutile striscia di terra piatta, brulicante di granchi e devastata dai cicloni, per sfruttarne il guano, contendendolo alla Francia. Ha così inizio una delle pagine più tragiche della storia dei mari: con lo scoppio della guerra civile messicana, tutti si scordano di quell'avamposto di federali inviato a presidiare il più inutile dei territori. I "dimenticati di Clipperton" conoscono la disperazione e vengono decimati da fame e scorbuto finché resta vivo un solo uomo, che uccide e violenta donne e bambini. Una storia vera raccontata da un punto di vista inusuale: quello di Alicia Rovira Arnaud, protagonista e superstite del dramma, che in una lettera inviata a Vittorio Emanuele III, arbitro del possesso di Clipperton tra Messico e Francia, narra la rovina umana del corpo d'occupazione beffato dalla spietatezza del potere e dalla barbarie della natura.
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