La letteratura italiana. Petrarca
Quasi Giano bifronte sospeso fra luce e ombra nell'autunno del Medioevo, con lo sguardo attento al presente ma a un tempo mai disgiunto dal passato lontano degli antichi e dal futuro prossimo dei posteri, Petrarca non finisce mai di attrarre il lettore moderno, che può ripercorrerne l'opera e ritrovarvi l'incanto di grandi temi restituiti a nuova vita dietro le orme dei classici e dei padri cristiani, e destinati a una vivissima e durevole fortuna nella civiltà letteraria europea. La vigile e lucida irrequietezza di chi si osserva procedere nella vita come un 'viator' nel flusso della contingenza, la coscienza pungente della mutevolezza delle cose e delle volontà, lo stupore e il tremore di trovarsi d'improvviso e inevitabilmente di fronte agli errori umani, ai colpi rovinosi della fortuna, alla vorace fugacità del tempo o alla fine di un'esistenza nella vertigine dell'eterno, senza poi rinunciare alla strenua costruzione del proprio ritratto intellettuale o della propria opera genialmente esemplare di un eletto sapere dell'anima, sono fra i motivi che animano e illuminano le pagine del Petrarca latino e dello scrittore in volgare. Ma le due voci, quella lirica del poeta del "Canzoniere" e dei "Trionfi" e quella meditativa del letterato, erudito e 'filologo', non possono mai essere strutturalmente separate: entrambe rivelano una comune vocazione spirituale, dialogica e introspettiva, che edifica attraverso la chiarezza intima della parola e la sua forza di risonanza, la cultura dell''humanitas' e dei suoi più alti valori come fondazione di una 'civitas' pacificata. Da tali presupposti prende le mosse questo volume antologico che non dimentica, insieme, l'importanza decisiva della lezione dantesca e del dialogo perenne e complesso tra due stili e visioni del mondo: un dialogo indagato da Ezio Raimondi nel saggio introduttivo ben oltre i confini canonici dell'intertestualità letteraria.
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